Tunisia |
Come promesso, Fancyric mi ha invitata a casa sua per il cous cous. Tralasciando il mio arrivo, in ritardo, sbagliando indirizzo e suonando il campanello alla persona sbagliata... il pranzo è stato splendido. Metti quattro donne attorno a un tavolo, e tutto il mondo è paese. Ogni casa ha la sua ricetta per il cous cous, comprese le case italiane, e allora ci si racconta "ma tu come lo fai? cosa ci metti?". E saltando a piè pari tutte le formalità si parla di lavoro, di figli, di mariti, di cose di casa... ci si chiede se e come riusciremo a sistemarci "ideterminatamente" e si scopre che sotto la divisa da OSS si nascondono odontoiatri, farmacisti, ingegneri civili ma che... il nostro stato non riconosce. La couscousiera mi guarda, la voglio, voglio la ricetta di questo magnifico piatto tunisino. Perché la padrona di casa è tunisina, ma dalla Costa d'Avorio, mi vien ribattuto, "il mio è più buono". Altri inviti, per cene, caffè e dolci. La promessa di conoscersi. Un abbraccio fatto di sorellanza e condivisione, che alla faccia dei tempi che corrono, unisce a tavola e al centro per l'impiego!
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