Mattarello |
Farina |
Sono capace di grandi progetti. Essi diventano Waterloo a causa della mia ansia. Lei è un'amica fidata che da anni mi accompagna, e nel puro istinto di sopravvivenza, alla cui natura ancestrale è legata, fa danni. Ansy, la chiamerò così, permette a me di fare figure brutte, a volte umilianti, mi aiuta nel piano di autoboicottaggio, nel rendere tutto più complicato, nel farmi distratta. Mi lascio travolgere dalle emozioni, convinta che finalmente riuscirò a compiere qualcosa di buono, il mio sistema nervoso si attiva come se si trattasse di sfuggire alle grinfie di una tigre e guardando solo al traguardo mi dimentico di tutto il resto. A questa questa si unisce, una visione favolistica della realtà. Mattarello e Farina, sono stati gli ignari protagonisti delle mie inutili distrazioni.
Il Mattarelo? Mi chiedo tra me e me, certo che ce l'abbiamo in casa... figuriamoci.
La Farina? Uff... mica ne avrò usata così tanta!
Riflessioni interiori, le cui risposte sono arrivate alla mia coscienza senza neppure una verifica tra gli armadietti di casa. La voce dell'Omino dei Cantieri rimbombava dentro me: "Controlla".
Esco in direzione cooperativo supermercato e acquisto cose. Torno, mi metto al forno, the Assassin Cake, invoglia la mia leggerezza nei confronti del mondo e quando, dopo averla messa in forno, mi accingo a tirar fuori Valeria per la prossima ricetta... mi accorgo che la Farina era finita e Mattarello non è nella lista d'imbarco.
Alzo il telefono: "Mammamivuoibeneeeeeeeeeeeee, mi presti la farina?". "Certo Amore mio, ne ho sempre un chilo in casa!". L'organizzazione mammesca vince uno a zero. Attraverso la strada, mi faccio offrire un caffè e torno a orecchie basse verso casa, forte delle mie convinzioni: Mattarello da qualche parte c'è, o da me o a casa dello Zio. Passano i giorni e le Stelline vengono accantonate nell'attesa di Mattarello, in tutto questo, le casse automatiche del cooperativo supermercato mi hanno visto strisciare la carta socio più volte.
È domenica. Come i tre moschettieri, l'Omino dei Cantieri, lo Chefinformatico ed io, andiamo a casa dello Zio, per recuperare oggetti salvaschiena. E io penso... "mentre loro trafficano, aprirò i cassetti della cucina e Tadha, ecco il mattarello. La Nonnachenonmipiace era una cuoca eccellente, vuoi che non ce l'avesse? No. O meglio, ce l'aveva avuto. Lo Zio, non usandolo l'ha buttato nell'indifferenziata. Nel mio mondo fatato questa eventualità non era prevista.
Lunedì. Giornata Cous Cous. Esco per conprare i fiori per la padrona di casa e con l'umiliazione sul volto, compro anche Mattarello. Penso che la cassiera si sia fatta delle domande. Una spesa così... neanche mister Bean. Corro verso casa di Fancyric, in anticipo, con l'orchidea traballante nel cestino, non ho il cellulare né il bigliettino con l'indirizzo. Giro mezz'ora convinta di un numero civico inesistente, il mattarello mi punta la manopola sulla scapola, sbucando dalla tracolla.
Torno a casa, recupero il cellulare, la chiamo, mi scuso e finalmente mi siedo alla tavola delle donne, in ritardo imbarazzante.
Lunedì sera. "Omino dei cantieri? Guarda cosa c'è nella mia borsa". Lui apre il temibile oggetto (la mia borsa), alza gli occhi al cielo e me lo porge, avviandosi rassegnato verso il bagno. Ora abbiamo Mattarello.
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