lunedì 16 aprile 2012

Streghe cattive parte seconda: un incubo durato 10 anni!

"ti piace studiare... non te ne devi vergognare" VR
Lei è bella. La chiamerò Pelle Tirata. Entrò nella mia vita all'asilo. Mentre io e i miei paffuti codini, cercavamo di risultare simpatici e intelligenti, Pelle Tirata riscuoteva successi solo con grandi sorrisi. Avevo un amichetto, Osolemio, con il quale andavo sull'altalena e mi divertivo. Un giorno Osolemio non mi parla più, o per lo meno non lo fa quando PT (Pelle Tirata) era nei paraggi. Per chiarire la questione, lei si avvicina a me, in un intervallo infantesco e mi fa: "Tu sei brutta". Colpita e affondata.
Primo giorno di elementari. Si dimenticano di me all'appello e vago con Mammamivuoibene per la direzione della scuola in cerca di un posto tra i banchi. Dopo un'ora vengo sistemata in una classe dove tra i banchi spunta PT. Volevo scappare. Passano i mesi e io vengo sempre più isolata dai compagni di scuola, perché di una secchiona non ci si può fidare,  così diceva PT agli altri. Maestrabalilla, in ogni caso, mi metteva in banco con chi era un po' indietro e io con i diversi, incominciavo a sentirmi a mio agio. Una sera, sento Mammamivuoibene che parla ad alta voce al telefono. E si arrabbia. Non avevo combinato nulla, e quindi mi rassereno. Entra in cucina e dice: "Era la mamma di Pelle Tirata che mi chiedeva se potevi andare meno bene a scuola, sai Pelle Tirata non ce la fa a starti dietro... robi da mat!". Gli anni successivi a questo episodio sono stati caratterizzati da prese in giro ed esclusioni ma io avevo il mio gruppo di disadattati.
Primo giorno di medie. Arrivo in classe e c'è PT che vuole addirittura stare in banco con me, ma ringraziandodio all'epoca andavano di moda i banchi singoli. Dieci giorni ed eravamo da capo, PT mi prendeva in giro, diceva cose false, e mi faceva il vuoto intorno. Aveva addirittura rivisitato una canzone: "Non ti fidar di Ragazza di Bottega a mezzanotte...". Piangevo nel bagno sostenuta dalla bidella.   La Profd'italiano decide di mettermi accanto al gruppo degli orfani, dei problematici e dei metallari. Scelta azzeccata, in cambio di un aiuto a scuola mi offrivano protezione e amicizia, ho imparato molto sul mondo dei reietti quale io ero: e sono, malamente, sopravvissuta.
Estate prima del primo giorno di superiori. Mammamivuoibene mi dice: "ah, Pelle Tirata sarà nella tua stessa sezione". Ero pronta per impiccarmi.
Primo giorno di scuola superiore. Pelle Tirata mi aspetta al cancello di scuola e fa la strada con me. Come se fossimo grandi amiche, come se lei non fosse stata il mio carnefice a scuola e nei pomeriggi passati nel cortile delle nostre nonne. Fingo cordialità per evitare rappresaglie. Andavano di moda i banchi a U, non saremmo state compagne di banco. Alle superiori è stato un po' più semplice, anche se i danni ormai erano già stati fatti. Io avevo paura di studiare, avevo smesso. Tanto mi bastava stare attenta. Ero ufficialmente una disadattata ma con la scusa del Grunge Mammamivuoibene non se ne accorse. Dopo un paio di mesi, PT cercava di farmi il vuoto intorno, ma io non ci feci caso, avevo La Miacompagnadibanco (a U), e poi avevo deciso. Nessuno potrà dirmi secchiona, non studio più.
Mi sono diplomata facendo altro, donando il mio tempo al fare esperienza, a provare a vivere lontano dallo studio. Ho sempre letto tantissimo ma PT su questo non aveva potere.
Adesso nutro pena per quella creatura che è PT, aveva più problemi lei di me, forse. Di certo dovrei chiederle i danni perché la paura di studiare mi è rimasta, e ancora oggi a retaggio del passato, ho l'ansia ogni qualvolta mi avvicino a un testo e per una che vuol diventare psycoprofessionale è un bel casino. Ansia a ogni copertina!
Per anni mi sono nascosta da lei, al mercato mi accucciavo sotto le bancarelle, al supermercato dietro gli scaffali, sul viale dietro gli alberi. Una vita d'angoscia. Ora non la vedo più, forse è stata risucchiata dalla sua stessa problematicità ma se la dovessi incontrare... beh, forse l'abbraccerei forte, forte, forte, forte... compromettendole la piccola cassa toracica e le direi: "spero tu abbia risolto i tuoi problemi mentali... torna a respirare, va là, hai dei figli, io non ti farei mai del male".


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