ne siamo proprio sicuri? |
Avevo 5 anni e la mia mamma aveva deciso che dovevo studiare musica. Sono sempre stata una bimba accondiscendente, per sopravvivenza, e avevo fatto sì con i codini. Mi porta, la mia mamma, in questo posto meraviglioso profumante di carta e legno, dove tutti suonavano o cantavano, con un aria di chi la sa lunga ed è felice della vita. Mi accoglie, PB, donna di alzezza media, magra, occhi azzurroghiaccio, canappia, sorriso inesistente ma con un colore della voce bellissimo. Vengo portata al suo cospetto un po' come al mercato dei buoi, mi prende le paffute manine, le guarda e mi dice, a me, cinquenne, dall'alto al basso: "... hai le mani troppo cicciotte e corte, tu il pianoforte non lo potrai MAI suonare". Ovviamente il pianoforte era la prima scelta. Macigno sulla mia povera schiena. Negli anni scopro che tra PB e la famiglia di mio padre non correva buon sangue, non so se ho pagato le colpe altrui... però il sospetto mi è venuto. Inizio a suonare la chitarra, non mi piaceva ma diligentemente studiavo. Inizio solfeggio con PB che mi detesta e mi dice che non capisco niente. Fare taglia a 5 anni da scuola non è bello. Viene detto a mia mamma da un'altra mamma, perché non la porti a cantare? Qui c'è un bel coro. Mia mamma decide di portarmi dalla SuperMaestra per capire se ce la posso fare. PB è la sua assistente e quando mi vede entrare nell'aula, ad alta voce, guardandomi e poi guardando la SuperMaestra sentenzia: " lascia stare SuperMaestra, tanto è stonata, non può cantare". La Super la guarda con serenità e le dice: "non esistono gli stonati" e rivolgendosi a me "la conosci Fra Martino, cantala con me". Venti bambini in età variabile tra i 5 e 15 anni stettero in silenzio, non avevo fiato nei polmoni, ma tirai su le spalle, guardai le mani di quella donna che mi stava dando una possibilità e con un filo di voce inizia a cantare e a fare le scale. SuperMaestra disse: "e dove sarebbe stonata? Vai a sederti laggiù". PB mi spinge dalla schiena verso una sedia vuota della prima fila. Due posti più in là c'era seduta Sorellachevorrei, anche lei coi codini.
Gli anni di scuola di musica, coro a parte, sono stati un tormento, ma ho imparato molto, soprattutto questo: io il pianoforte imparerò a suonarlo dovessi farlo a 60 anni, e forse pure il violoncello (mio grandissimo sogno) e poi se sarai ancora viva, cara PB ti verrò a dire: " Ma te, le dita di Elton John, grande artista, compositore, e ottimo pianofortista le hai mai viste? Beh, sono corte e tozze quasi come le mie!". Nel film, scritto da me, PB, ormai alla casa di riposo, cade dal deambulatore e in ginocchio mi chiede perdono per avermi creato disagi in età critica per la formazione del Sé, e di aver gettato le basi per la pessima immagine che ho avuto di me. Non so ancora, se nei titoli di coda l'aiuterò a rialzarsi e l'accompagnerò nella sua stanza o se come un guerriero lascerò il corpo del nemico a terrà e me ne andrò nel vento con sottofondo di archi. Finale aperto.
te ne andrai non nel vento, ma su un grosso SUV, e poi nel dubbio farai pure retro. Oh mamma quanti ricordi - e che personcina di cacca!!!!
RispondiEliminaOh mamma.... avevo i codini!!!!!
Oh sì che ce li avevi... Un SUV? Perché no. Ma una Maserati? Fa più elegante!
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