venerdì 18 maggio 2012

Grazie è una bella parola da dire e da scrivere.

"Questo è per te"


... e vuoi non ringraziare quel donnino che ci ha aiutato ad arrivare fin lì? E così, oltre alla merenda per i compagni di viaggio, abbiamo concordato un piccolo pensiero per lei. La Purple, nella cui posta elettronica ci siamo infilate come un virus, come un ospite pasticcione che della formalità se ne sbatte e si relaziona come si trattasse della propria compagna di banco. 
Il racconto di come e perché abbiamo iniziato a importunare quegli occhi azzurri lo lascio alle altre scribacchine che mi hanno accompagnato: sono dotate di maggior sintesi e ironia della sottoscritta. 

Quello che ho da raccontare è la necessita di dire Grazie.
Sembra quasi che questa parola stia andando in disuso. Si è persa quella bella abitudine, anche solo di etichetta di ringraziare quando qualcuno fa qualcosa per noi. 

Qualunque cosa essa sia, dall'etto di prosciutto crudo tagliato sottile, a una diagnosi corretta, a dei posti a sedere.

E così altra "bomboniera"(?). Io e il mio inconscio abbiamo bisogno di parlare.

Per Purple stesso rancio che per i miei amici, solo meglio confezionato.
Perché lei ci ha lette, ascoltate, rassicurate e posizionate in quello che è stato per molti di noi, un evento da raccontare ai nipoti, ai vicini di casa, a quelli che non c'erano.
Già, grazie a te, che con mille occhi, hai sistemato noi e tanti altri.
Grazie a te che hai avuto pazienza e cura della nostra goffaggine della Bassa.
Grazie a te che sei titoli di coda ma che per quanto ci riguarda ti ci si intitolerebbe una trasmissione!

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