La sperimentazione mi regala gioia |
Si sarà capito che dietro ogni ricetta c'è una storia, per la precisione, la storia di una persona?
Quando ho iniziato quest'avventura non lo sapevo che a ogni post sarebbe corrisposto il racconto di me e a loro malgrado, quello degli amici, conoscenti e nuovi arrivati.
Questa ricetta nasce dall'esigenza di sfamare la sorella della MiaFata: Enchanted Skin.
Eskin, la chiamerò così per facilitarmi la scrittura, sembra arrivata da un'altra dimensione. Gli occhi chiari e lo sguardo indagatore, colpiscono, forse più della sua armonia. Capelli rosa e guardaroba in cui la Westwood e Balenciaga troverebbero ispirazione, sono la cornice a una donna difficile, per me da raggiungere. È intensa, pure troppo, per una come me che tende a invadere gli spazi altrui. Sottile e fluida, leggera come la sua libellula francese. Troppo per me.
Mentre con la MiaFata, a parte qualche mese di studio e approccio, mi sono trovata a casa, avvolta in abbraccio che ha riempito vuoti affettivi grandi, con lei è tutta una strada in salita.
Mi aggiro attorno a Eskin come un yorkshire bisognoso di attenzioni, riporto ciabatte e scodinzolo gioiosa perché mi considera, perché mi ha aperto le porte di casa sua e del suo universo. Dovrebbe bastarmi. Invece no. Lo yorkshire che è in me soffre di soggezione nei confronti di quelle mani che hanno realizzato il proprio sogno, e dato vita all'immaginazione di altri. Con la sua passione, il suo talento e lavoro, rende "incantata" l'epidermide, e forse non solo quella.
Il bavoso quadrupede sa perfettamente che il mio essere... aspettate. La metafora giusta ce l'ho. Con lei mi sento il classico elefante in una cristalleria. Ho paura che tutta la mia gioia, la mia ammirazione possano stritolarla in qualcosa che lei non vuole.
Aggiro il problema. Cucino per lei. Lei che lotta con mille intolleranze e magagne. Lei che cucina per tanti, e prepara la maionese più buona del creato.
Occupandomi di dolci, e giammai lasciarla senza, dopo consulenza con Mammafatosa e la MiaFata, sto imparando a darle il dessert.
Ieri, con la mia seconda famiglia (dimezzata per problemi intestinali e di riposo), si è andati in gita. Per spade, ma ve la racconterò in altro momento.
Lì ad attenderci persone già viste ma non ancora conosciute. Persone che, guarda il karma, sono arrivate ora, quando ero in cammino per trovare soluzioni.
Comunque. C'era un dolce da preparare e io ho colto la palla al balzo.
Eskin si adegua, se può mangia se no, no. Accetta sempre di buon grado la versione ad hoc che le proponiamo ma... e se una volta mangiassimo qualcosa che può mangiare anche lei? Senza fare differenze? Ecco qui le mie tortine alle pesche. Con il Kamut. Buone, profumate e... senza quell'alone caratteristico di cartone ondulato che questo cereale porta in dote.
Cosa ci serve? 100 gr di farina di Kamut, 100 gr di margarina vegetale, 100 gr di zucchero di canna mascovado, 60 gr di zucchero semolato, 1 uovo grande, 500 gr di noci pesche, il succo di mezzo limone, 6 gr di lievito per dolci (con amido di riso), una tazzina da caffè di acqua fredda. Attrezzature: tagliere, coltellochetaglia, una casseruola, una ciotola grande, bricco per far fondere la margarina, cucchiaio di legno, stampo per dolci (ho utilizzato le mini tortiere di carta della cuki).
Prendete le pesche e lavatele con cura. Asciugatele sennò scivolano sul tagliere. Tagliatele a pezzettini, fettine, come siete più comodi. Attenzione alle dita! Sul fuoco piccolo, fuoco basso, fate scaldare lo zucchero semolato con la tazzina d'acqua, poi metteteci le pesche. Giratele ogni tanto, e per 40' lasciateli lì a cuocersi. A metà tempo, versatevi il succo del limone. Preriscaldate il forno a 180°. Nel frattempo, fate sciogliere la margarina e lasciatela raffreddare. Nella ciotola lavorate le parti secche (farina, zucchero e lievito) con l'uovo. Unite la margarina (non calda) e le pesche (raffreddate). Mescolate bene il tutto e assaggiate. Se il sapore del kamut è ancora troppo presente aggiustate con il limone. In questi casi è bene averne un po' di più. A questo punto scegliete lo stampo che preferite.
Mettete in forno ventilato per 15 minuti, 20 statico. La torta o come nel mio caso le tortine, risulteranno molto morbide. Lasciatele nel forno spento per altri 10 minuti. Consiglio prima il raffreddamento a temperatura ambiente e poi qualche ora nel frigorifero. Per il servizio, riportatele a temperatura ambiente.
Sono buone e ci si dimentica che c'è il Kamut.
Eskin, ha apprezzato e tanto mi basta.
Magari tra qualche anno riuscirò a vincere la distanza che c'è tra noi due, a raccontarle che la sua storia è avvincente, istruttiva e che la sua dolcezza arriva, a volte, come un temporale inaspettato.
Di quelli che colgono di sorpresa, regalando una risata grande e liberatoria. Di quelli che... alzi gli occhi al cielo e ti lasci andare. Finalmente.
Prima di quel dì... continuerò a gironzolarle attorno, carpendo segreti e nuovi spunti. Imparando anche da lei il tratto giusto per disegnare e la forza di essere se stessi. Il coraggio di portar fuori quello che si è e si ha dentro.
E poi a tradimento l'abbraccerò forte... e forse smetterò di scodinzolare.
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