Gioie a tavola |
Il viaggio verso quelle montagne che ogni mattina vedo dalla finestra è carico di attesa. Potremo riabbracciare quelli là, i nostri Mammalucchi preferiti, quelli che, senza di loro, non saremmo molte, troppe cose.
Enopapà e Futuropapà ci accolgono - invischiati in uno smontaggio cucina - con un panino con la mortadella e un bicchiere di Dogliani. Capito l'andazzo. Si trasloca in amicizia.
Mancano all'appello MammaC, Agilulfo, Futuramamma, l'altra casa... ci vorranno due armadi svuotati e un'auto pronta per il mercato del martedì, prima di ricomporre il quadretto familiare.
Con me a fare sauna tra le camicie Futuranonna.
Trasliamo verso la maison di Famiglia Lassù. MammaC è lì che armeggia tra piatti e bicchieri e mi abbraccia. Quanto tempo, troppo, per sentirmi a casa, tra le braccia di un'altra di quelle Sorelle con cui non condivido il Dna.
Sbaracco la mia borsa di vettovaglie: salato e dolce.
Ma sul tavolo arrivano mille altre leccornie provenienti da una Cuocafantasma, una donna che fa la pasta fillo in casa!!!! Non si è palesata ma è questione di tempo e le piomberò in casa per vedere se davvero esiste un essere umano (a questo punto penso sia aliena) che fa quella roba lì tra le mura domestiche. Pite e ciufte. Chiedo scusa al popolo Albanese per l'errata ortografia di queste meravigliose specialità. Rotoli (di pasta fillo) ripieni di carne e verdure, polpette schiacciate di carne impanate nell'uovo. Sullo sfondo Futuranonna attacca con la Meuza. Milza a tasca. Non dico altro.
La tavolata è ricca. Di anime e di cibo. Di fronte a me una coppia, Polliceverde e Capelligrigi. Lei si occupa di Agilulfo e delle piante (ortaggi compresi) di quasi tutto il villaggio, lui osserva, taglia l'erba e sorride, sornione sotto i baffi. Arriva il turno della mia quiche. L'assaggio è buona. Mi guardo intorno, si lascia mangiare. Futuropapà mi dice a bocca piena: "È la quinta fetta". Mi rassereno, lui è il cognato di CuocaFantasma. Melone, prosciutto, pomodori... sembra un pranzo di nozze.
È l'ora del mio dolce, ma non è questo il post giusto.
Caffè, ammazzacaffè, saluti e abbracci, gli Uomini e Futuranonna tornano al lavoro.
MammaC lavastoviglia, Agilulfo pisola e io mi intrufolo nel giardino di Polliceverde. Un piccolo sogno tra le montagne.
Il pomeriggio, uno dei più sereni dopo tantissimi abitati dall'ansia, scorre felice tra bambini, betomiere e ghiacciai che spuntano qua e là.
Futuramamma missing, ti dirò quanto sono felice per voi quanto prima.
Maisonlassù, ora di cena: gli avanzi "del matrimonio".
Agilulfo è pronto per affondare i denti in qualcosa. Pulito, lavato e deunghiato si siede a tavola e senza tante formalità morde la mia quiche. Gli piace. E per me la partita è vinta. Mi scapperebbe una lacrimuccia se non ci dovesse essere troppo da spiegare.
L'Omino dei Cantieri è stanco, è ora di tornare. MammaC protesta ma noi si va.
Un saluto carico di emozioni, di qualche promessa che spero di mantenere.
Enopapà e Futuropapà sono ancora in modalità trasloco, li saluteremo un'altra volta.
Qualche chilometro più tardi il Forte, nella sua potenza, mi guarda. Maestoso e discreto, mi racconta che in una giornata di sole, le magagne di una settimana un po' grigia si aggiustano.
Quiche di finocchi, cosa ci serve? Una confezione di pasta sfoglia del supermercato, 3 uova, 2 finocchi grandi, 250 gr di ricotta, 100 gr di parmigiano grattuggiato, sale e pepe. Attrezzatura: una padella, tagliere, coltellochetaglia, una tortiera, una ciotola grande, cucchiaio di legno.
Preriscaldate il forno a 180° e togliete dal frigorifero la pasta sfoglia.
Tagliate a fettine sottili la verdura e scottatela in padella per 5 minuti. Nella ciotola lavorate la ricotta, le uova, il parmigiano. Quando i finocchi si saranno raffreddati buttateli nel composto e amalgamate bene. A questo punto assaggiate. Salate e pepate a vostro gusto.
Accomodate la pasta sfoglia, già dotata di carta forno, nella tortiera, versate il composto al suo interno, livellate e chiudete i bordi con cura. Il resto lo fa il forno, 30 min ventilato, 35 statico.
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