venerdì 30 marzo 2012

Cronaca di un successo... annunciato!

Applausi a scena aperta
Come preconizzato, la torta Assassina ha mietuto consensi in ogniddove (permettetemi di esagerare). Detto tra noi è un po' da bari, farsi belli con una proposta culinaria del genere, nessuno rimane immune dal suo fascino. La gioia più grande però, è stata la reazione dei Mieoss. Il mio intento era portare la merenda, sfamare Pietraverde dietro di me, e testare la ricetta... Le reazioni sono state da commozione, per la sottoscritta. L'Uomo del faro annuiva sotto i baffi, lasciandosi andare a un sorriso inaspettato, l'Imperturbabile mi chiede la ricetta, Donnafelice mi chiede di rifargliela per uso personale, il Giovaneprof che si aggira alla ricerca dell'ultima fetta,  l'Ivorianlady mi si avvicina e mi dice "quando vengo a casa tua per imparare a farla?", dall'altro capo dell'aula Fancyric mi fa "quando vieni a mangiare il cous cous a casa mia?". Immensa gratificazione ma non piena. La Mianavigatrice non c'era e così, il giudizio più caro non è arrivato e Donnadicorsa ha detto no all'assaggio, causa impegni con Maison Prada. Ma come al solito Erny è quella che chiosa ogni mia prodezza con la giusta battuta. Riporto testuale in idioma locale poi, traduco: "Des, n'autra vira tat fe paghè, dami an poc la ricetta, par piasi". Traduzione: "Ora, dalla prossima volta ti fai pagare, dammi un po' la ricetta, per piacere".


PS: vedere Donnadicorsa dire no sbuffando, mi ha fatto riflettere, la prossima volta m'inventerò qualcosa perché lei possa mangiare, nel rispetto del Protocollo Prada! Ora ho un motivo per dire, lightessen sì grazie.

mercoledì 28 marzo 2012

The Assassin Cake

Il sole riflesso sulla ghiaia del piccolo parco mi acceca, il trench nero con il bavero rivolto all'insù, gli occhiali neri alla Coco, avrebbero dovuto mimetizzarmi e invece spicco come un "papavero in mezzo a un campo di margherite" (cit.Rosetta). Un gruppo di ottenni giocano a calcio e sbagliano il tiro, mi giro e senza scostar l'occhiale, rinvio il pallone di punta. Proseguo verso il cooperativo supermercato. L'umore non è dei migliori, vista la débacle dei biscotti nocciola e caffè. I dubbi mi tormentano, perché la Sig.ra Carla mi ha tradito già alla quarta ricetta? Sono io che sbiello? È la bilancia che dà i ciocchi? Una cospirazione, certo una cospirazione. Forte degli insegnamenti di Sun Tzu e l'Arte della guerra, vado in avanscoperta: conosci il territorio e prendine possesso. Entro. Voglio solo i miei amaretti e del gran burro.  In tasca il piano d'azione. Devo sapere se questo è il luogo giusto per armare la mia cucina. La risposta è sì, me lo conferma un indigena dal camice giallo. Memorizzo, tornerò più avanti, per i 252 biscotti che fecero l'impresa. Ora, alla base a cercar conforto, sicurezza e gratificazione nella Torta Assassina.

La foto l'ho fatta io e si vede!

Questo dolce, la cui ricetta arriva dritta dritta dalle mani di mia suocera, non è solo una delizia per il palato ma lo è anche per la psiche in modo polivalente. Calorie, linea e dieta, lasciamoli alle passerelle. Assassina perché? La guardi, chiedi cosa c'è dentro, capisci che dovrai correre due ore sul tapis roulant per smaltire mezza fetta e ne chiedi una sottile. L'annusi, la mordi e l'hai già finita. Ne vuoi un'altra, di fetta. Grande. Forse anche una terza, taglia M, questa volta. La torta non c'è più, lo stomaco chiede pietà. Detto questo, ci vuole un attimo a farla, si scarica un po' di tensione, vi spiego poi il perché, la hola da curva è assicurata e le stockoptions dell'io schizzano, tanto da costringere la Borsa chiudere.

Vamos con la ricetta. Essa rispetta le leggi dell'assioma del 321. A cui però, va aggiunto un postulato. Il mood della preparazione è svacco totale, pensate alla Jamaica e canticchiate Bob Marley, o la cosa che più vi trasporta nel mondo della non preoccupazione. Ricordate questo è confort food!


Cosa ci serve? 300gr di farina, 300 gr di zucchero, 3 uova, 200 gr di burro (in realtà 300 ma da qui il postulato salva coronarie), 200 gr di amaretti, 100 gr di yogurt bianco (sostituiscono l'etto perso del burro), 100 gr di cioccolato fondente, 1 mela, 1 bustina di lievito, un pizzico di sale, una spruzzatina di succo di limone, zucchero a velo quanto basta, 2 ciotole, le fruste elettriche, leccapentola, coltellochetaglia, tortiera, carta forno. 
In una delle due ciotole mettete la farina, il lievito e lo zucchero e dategli una girata, aggiungete i tre rossi e mescolate bene, aggiungete poi lo yogurt. Nell'altra ciotola sbattete le chiare (con un pizzico di sale, me l'ha detto la suocera e funziona) a neve ferma (il trucco è utile anche se Montersino non lo dice), mentre sul fornello fate sciogliere il burro. Appena si è raffreddato unitelo al composto, poi con calma unite le chiare. Amalgamate bene. Non aprite la confezione di amaretti, dategli giù di brutto con i pugni, il mattarello... e riduceteli in poltiglia. L'operazione porta giovamento, sempre. Prendete poi il cioccolato e dopo averlo maltrattato un po' a confezione chiusa, altra soddisfazione, prendete il coltello e finitelo in scaglie, o come viene viene. La mela... che cce vò, la sbucciate e come più vi aggrada la tagliate  a fettine sottili.
Nella grande ciotola aggiungete cioccolato, amaretti (estratti dalla confezione) e la mela, girate mooolto bene. Se assaggiandola vi sembra nauseabonda e simile all'impasto del torrone, vuol dire che ci siamo. Se volete un tocco di classe aggiungete il limone, non si sentirà ma toglierà un po' di dolce (trucco della Mianonnadorata).
Forno pre riscaldato a 180°, check della temperatura e per mezz'ora dimenticatevi della torta. Forno statico. Quando avrete finito di rilassarvi e il timer suonerà, controllate al centro con uno stecchino. Se è il caso... ancora due minuti. Poi fuori da forno a raffreddare, quando è fredda, ma proprio fredda, una bella spolverata di zucchero a velo.  E poi godetevi gli applausi!

martedì 27 marzo 2012

Il piano derelitto dei banditi... ovvero la strategia dei biscotti

Moscufo, un posto del cuore
Don Federico Countryinn
Vorrei essere lì, immersa nel cantar dei grilli dell'Abruzzo. Sono certa che la CapitanodeiMarines in quattro parole quattro mi aiuterebbe a buttar giù un piano d'azione per coglier di sorpresa i branco di biscotti che mi accingo a conquistare. Settimana prossima l'Omino dei Cantieri ha da compiere un'impresa e la dolcezza potrebbe essere l'arma segreta. Per dar vita al mio progetto vado ad mettermi nei guai, aspirando a un risultato forse un po' fuori dalla mia portata. Vorrei permettergli di esibire un cabaret di pasticcini secchi, ciò comporterà cucinare otto tipi diversi di biscotti e di fidarsi delle dosi della Sig.ra Carla della quale inizio fortemente a dubitare... E allora faccio un bel respiro, chiudo gli occhi e visualizzo e sonorizzo: la voce della Capitano che mi dice, "siediti qui che faccio il caffè", respiro il profumo di ulivi, sento i grilli, mi accomodo sulla mia sedia preferita ad aspettar la caffettiera che borbotta. Da qui posso pianificare la "battaglia".

lunedì 26 marzo 2012

La crisi arriva tra... intolleranze, allergie e forza di volontà

Biscotti nocciola e caffè
Due anni fa mi hanno detto: "te le nocciole non le mangi più". Nello specifico non mangera più: tutta la frutta a guscio, la crema spalmabile alla nocciola in tutte le marche e ricette prodotti, il croccante gentile della Caffarel; "ah e tanto che ci sei... dì ciao al cioccolato e per un po' al caffè". Ciao alle nocciole l'ho detto, il cioccolato lo assumo con l'antistaminico e il caffè per due mesi non l'ho bevuto più (giorni terribili). Forte del mio impegno in questa impresa li ho cucinati ugualmente, i biscotti fotografati dall'Omino dei Cantieri, ma la Sig.ra Carla deve aver cannato le dosi o i suoi correttori di bozze non hanno fatto il loro mestiere. Questi biscotti qua, mi hanno messo in crisi perché non ne è andata dritta una. Le dosi sbagliate non mi hanno reso possibile preparare i 20 pezzi previsti ma bensì 11, lo strumento indicato per la preparazione "frullatore elettrico" non è quello giusto, i minuti di cottura era 10 in un pezzo di ricetta e 15 in un altro, io mi sono distratta e ho confuso il frigo con il freezer. Insomma, un mezzo disastro, la preparazione. Il risultato finale, per quel che mi è stato detto è stato buono. Non riporto la ricetta, non sono sicura di quel che scriverei, le grammature sono alla speraindio e uffa a me le cose, almeno per i dolci, non mi piacciono fatte così. Ci riproverò e avremo le info corrette.

Le mamme lo sapevano già... tutto è possibile. SteveJ è arrivato tardi.

Alice in quique
Questa è una piccola grande storia. C'è una mamma che ha due bimbe da favola e lei è una Mammadafavola. La più grande esibisce con fierezza la sua torta, uscita dal piccolo forno della sua piccola cucina. Ingredienti semplici e un po' bizzarri che colpiscono l'immaginario culinario. Acciughe (alici), panna e zucchero a velo. Perché non provarci? Ogni cuoca che si rispetti ascolta gli Chef e ci prova nella solitudine della propria cucina. Cosa serve? Una confezione di pasta sfoglia, 2 uova, 250gr di ricotta, 200 ml di panna da cucina, 50 gr di alici sgocciolate (6 le tenete da parte per la decorazione e le lavate bene per togliere un po' di sale),  85 gr di parmigiano grattuggiato, pochissimo sale, una ciotola, una teglia cuki. Ricotta, parmigiano panna e uova tutti insieme nella ciotola a lavorar, mentre sul tagliere le alici a spezzettar. Unite il tutto, girate bene e un'idea di sale aggiungete, poco per carità! La sfoglia, già posizionata nella teglia accoglierà il composto festante, aggiungete le alici a raggio come decorazione e buttate a 180° nel forno, statico, per mezz'ora ed ecco qua, la favola diventata realtà. Una volta raffreddata cospargetela di parmigiano (15gr)... il trucco del finto zucchero a velo. 

Siamo rimasti abbagliati dal discorso di Steve Jobs alla Stanford University, il famoso motto "Stay hungry, stay foolish" ha fatto sognare, sperare milioni di persone. Ah Bellooo, le mamme lo sanno già. Le donne come Mammadafavola, credono fermamente che tutto sia possibile, visto che gestiscono famiglia, casa, lavoro, marito, animali e passioni con una mano e con l'altra s'aggiustano la piega. Loro lo sapevano già che i loro figli vanno stimolati, assecondati e che le loro idee, nei limiti del legale, vanno sostenute e portate avanti. Anche se sono bislacche.

La ragazza di Bottega non è mamma, ahimè. Di certo so che se mai lo diventassi, sarei una di quelle mamme che lo sapevano già. SteveJ ti adoro da quando avevo 16 anni ma... sei arrivato tardi: Stay hungry, stay foolish, è roba vecchia. "Certo amore mio, adesso proviamo a farlo", questo è il vero motto da seguire e con il quale crescere.



Consegna a domicilio



"Ho fatto i biscotti, te li porto!". Dall'altro capo del telefono tanti ???? ma per quanto mi riguarda vale il silenzio assenso. Diciamolo, la scelta democratica per i miei assaggiatori ufficiali non è contemplata. Tra le mille cose che mi sono rimproverata negli ultimi anni, c'era la mia tendenza ad amare a distanza gli amici e di vederli poco o pochissimo, creandomi alibi che Perry Mason, avrebbe liquidato con un'alzata di sopracciglio. La consegna a domicilio delle mie esperienze dolciarie mi regala, oltre al rebuilt myself, la gioia di abbracciare le persone care. L'accoglienza che mi viene riservata è calorosa ma un po' perplessa, causa mia apparizione non programmata e in tutto ciò mi vengono riservati "gli onori" del figliol prodigo. Mi viene dato affetto, cibo, vino, chiacchiere e baci. Cosa chiedere di più? Per due biscotti... Aggiungo. Come Pollicino, lascio nelle varie cucine, qualcosa da dovermi riprendere. Il porta dolci. Un modo per dire... guarda che me lo vengo a riprendere... vedi un po' che ritorno!

domenica 25 marzo 2012

La mia personale Sig.ra Della Casa mi ha detto quali sono le regole della blogetiquette ma io non so come si fa. Oh voi, che gentilmente siete approdate qui... come faccio io ad approdar a voi? Sto facendo cose a caso e non so se ho fatto giusto. Grazie per la comprensione.

venerdì 23 marzo 2012

Nessuno nasce imparato


Chiariamo una questione... tendenzialmente ho la manualità di Winne the Pooh, e alcune volte le mie mani si tramutano in muffole (guanti con solo il pollice definito) ma... tutto si può fare. I risultati magari, tardano ad arrivare... ma quando arrivano sanno di buono. E non parlo di sapore.
Qualche pulzella mi ha detto: "Ma a me i dolci non vengono", " i dolci proprio non li so fare", "mi scoppia tutto". Ora, considerato il fatto che nemmeno alcuni Chefpluristellati  si fanno problemi a dire: " io con la pasticceria non ci vado molto d'accordo" perché mai dovremmo, dovrei, dovreste, farvi dei problemi? In questi anni ho capito una cosa del mondozuccheroso: se ci si attiene ALLA LETTERA, alle dosi, alla temperatura del forno e alle metodologie di attuazione, il risultato è QUASI assicurato. Il quasi è dovuto principalmente al forno: quelli che scrivono le ricette sono loschi figuri che hanno a loro disposizione strumentari professionali e a volte non si ricordano che noi adepti abbiamo in casa a malapena il Dolceforno. E poi, a rischio di essere antipatica... vogliamo dircelo che la sicumera di andare a occhio, a pugni, a bicchieri con le grammature a volte fa danno? Solo le ricette stracollaudate di nonne, mamme e suocere possono utilizzare questo metodo empirico. E solo i loro appunti, alla lettera, producono cose commestibili.
Il mio orgoglio e la mia supponenza si sono dovuti arrendere e abbassar le orecchie. La pasticceria a volte è più crudele di un capitano dei Marines: i numeri vanno seguiti, la matematica e la chimica non sono opinioni e ahimè, ribelle per natura e dotata di superbia mica da poco, mi sono adeguata mordendomi la lingua. Bilancia e poi più, e dove non è chiaro (per esempio la Sig.ra Carla del mio libro), mi metto di buzzo buono e peso, conto e riconto. E imparo. Esercizio, disciplina e gratificazione.

Mi trema il mouse...

Ommammamia che emozione! Grazie per aver visitato la mia avventura, grazie al lasciapassare di trentennale amicizia, grazie. 'Sta male ringraziare i nuovi arrivati? Come funziona la blogetichetta?
In ogni caso io ringrazio per l'attenzione fino a qui dimostratami e confido al più presto di spendere del tempo per fare la  Vostra conoscenza. Ok, si palesa il fatto che abbia fatto la segretaria per un bel po'.


giovedì 22 marzo 2012

Le rivoluzioni nascono da luoghi inaspettati

Lo Chefinformatico, mettendosi a posto la casacca bordata di blu, una sera mi disse: "in cucina si deve essere impeccabili, puliti e ordinati". All'epoca, lo guardai, feci spallucce e pensai tra me e me: "sìvabbè perché te sei Chef". L'altro giorno, mettendomi al lavoro mi sono data uno sguardo distratto e lososolo io che sembravo un relitto. Maglia consunta, pantaloni della tuta dalmata di candeggina e capelli da galleria del vento. L'autostima così non può crescere, proprio no. Giuro, dalla prossima ricetta in poi, non dico i tacchi e nemmeno trucco da teatro La Scala, ma almeno colori coordinati e un cicinin di eleganza faranno capolino dalla cucina. Audrey, incomincia a tremare!

Qualcosa di speciale

Nuove promesse
Le sorprese che ogni giorno mi vengono donate mi regalano energia e voglia di fare. Spinta dall'affetto e dalla riconoscenza, mi accingo a render vera e commestibile una fantasia da una parte, quella salata... e dall'altra, quella zuccherosa, sono alla ricerca di qualcosa di speciale, per chi qualcosa di speciale ha fatto per me. A breve, magie dal cappello.

mercoledì 21 marzo 2012

Lightessen, al momento, no grazie.

Senza compromessi
"Visto che sei a dieta, non sarebbe il caso di fare dei dolci light?" No. E spiego perché. Se nella ricetta c'è scritto burro, io metto burro. Idem per zucchero e compagnia. Sto iniziando a fare dolci in modo serio e rigoroso, partendo da ricette classiche, non da ricette dietetiche. In futuro non escludo di prenderle in considerazione anche se penso, sono convinta, che un biscotto o una fetta di torta non abbiano mai incrinato nessun vetro di nessuna bilancia... e vuoi mettere con il sapore senza compromessi? Per quanto mi riguarda, seguo il mio piano alimentare e il giorno che assaggio i miei dolci, beh, diminuisco il pane o la pasta e cammino o pedalo un po' di più. Con gioia senza ansie da passerella.

... la legge di Murphy non sempre ci prende!

Yo-Yo alla vaniglia

Dalla posizione degli astri, la mattinata non si mostrava sotto i migliori auspici... l'imbianchino che confonde gli appuntamenti e mi dà buca, i dubbi sul reperimento degli ingredienti al cooperativo supermercato, l'insicurezza atavica: nel presente di non riuscire nel comporre gli yo-yo. Sulla strada che mi conduceva agli scaffali dolci mi dicevo... ma chi te l'ha fatto fare? Prima parte della terapia: far tacere la menagrama che è in me e proseguire sulla mia strada lastricata di zucchero a velo e vaniglia. A fatica, tutto si è zittito e apro il libro delle meraviglie (?). Signora Carla che scrivi le dosi... cosa mi significa 1/8 di cucchiaino di essenza di vaniglia??!!! Guardo l'omino dei cantieri che vive con me e osserva la planetaria montata sul piano di lavoro, e trovo nei suoi occhi la soluzione. Lui che di praticità e precisione ne ha da vendere mi dice: "contiamo le gocce". Così, ferita nell'orgoglio perché da sola non ci sono arrivata, mi avvicino alla ricetta numero2. Cosa serve? Per i biscotti (30pz, 15 farciti): 180 gr di burro morbido (lo comprate e ve lo dimenticate sul tavolo per mezz'ora), 50 gr di zucchero a velo, 1/2 cucchiaino di essenza di vaniglia, ovvero metà fialetta), 225 gr di farina bianca, 1 cucchiaino di lievito in polvere (il classico lievito, e per la precisione se prendete un cucchiaino da caffè sono 6gr), 50 gr di preparato in polvere per crema pasticcera a freddo. Per la farcitura ovvero crema al burro alla vaniglia: 60 gr di burro morbido, 75 gr di zucchero a velo, 1/8!!!! di cucchiaino di essenza di vaniglia (16 gocce, tiè sig.ra Carla), 2 cucchiai da minestra di polvere per crema pasticcera a freddo (30gr ;)).
Piccola parentesi sui prodotti dolciari summenzionati: la buona cara vecchia fabbrica Alata (Pane Angeli) ci fornisce di tutto, buon rapporto qualità prezzo. Attrezzi necessari: io ho Valeria, la mia basicplanetaria, ma le fruste elettriche vanno benissimo, nel qual caso vi serviranno 2 ciotole (una grande e una piccola); carta forno, 2 teglie, forchetta, leccapentola, spalmaburro o un coltello senza troppe pretese di tagliare. Per dovere di cronaca aggiungo... una gratella per dolci, che al momento non ho e non so se avrò mai! Let's go dancing: preriscaldiamo il forno a 180°, statico. Biscottiamo: burro, zucchero ed essenza di vaniglia nella ciotola a lavorare con le fruste a velocità medio-alta. Con pazienza aspettate che il composto diventi omogeneo e dalla consistenza simile al burro di karitè o a una crema densa per il corpo. Prendete la crema e la unite alla farina, il lievito e il preparato  per la crema pasticcera. In questa grande ciotola le fruste lavoreranno a bassa velocità, attenzione, comunque alla nube di farina che vi assalirà. Prendetevi del tempo e della serenità, fino al raggiungimento di una pasta morbida dal color marzapane. Non andate nel panico se all'inizio si formano solo tanti grumi e  il tutto sembra non stare insieme... ci vuole calma e sangue freddo. Toglietela dalla ciotola e lavoratela in tante pallette da due centimetri di diametro (circa 13 gr ciascuna). Rilassatevi, tornate infanti e cercate nella memoria il ricordo del Pongo. Dopo un quarto d'ora dovreste aver finito. Accomodate i futuri biscotti sulle teglie a distanza di due dita l'uno dall'altro: gonfiano, invadono e s'attaccano tra loro rovinando la rotondità del risultato. Con il dorso della forchetta, fate un po' di pressione, et voilà decorazione fatta. Qualche scongiuro e mettete le teglie in forno (se è a 180°), mettete in conto che quella sotto cuocerà di meno... quindi resterà in forno qualche minuto in più. Primo timer a 15 minuti, se sono ben dorati togliete, sennò prima due poi tre minuti. Il massimo dovrebbero essere 20 minuti. Appena tolti da forno sono solidi ma non compattissimi, lasciateli raffreddare e si trasformeranno in meravigliosi frollini. Un consiglio. Lasciateli due minuti ancora sulla carta forno, poi con calma li staccate e li mettete su un piatto. In questo modo l'umidità farà meno danni. Forse cambio idea e mi compro la gratella per dolci... Mentre il tutto cuoce potete preparare la crema al burro. Issima: nella ciotola mettete burro, zucchero, le 16 gocce di essenza e i 30gr di preparato per cremablabla, fruste a velocità medio alta e qualche minuto dopo... burro profumatissimo da spalmare tra un biscotto e l'altro. Quando i biscotti sono ben ben freddi, prendete la crema, la spalmate su una metà, abbondando in centro, prendete l'altra e sgnac! Yo-yo fatto! Con un dito, anche se non è elegante, pulite le sbavature. Se non li consumate subito, dritti dritti in frigo: qui non ci sono "conservati" e il burro potrebbe spazientirsi e inacidirsi. Un commento: sono molto, molto, molto dolci ma danno soddisfazione. Difficoltà bassa, ottimo risultato e detto sottovoce, sentirsi dire: "ma li hai fatti DAVVERO tu? Sembrano di pasticceria" fa un gran bene all'autostima.
Obiettivi
Mandare a quel paese la mia insicurezza: fatto!
Non lasciarmi intimidire e accettare consigli senza prenderla sul personale: fatto!
Essere più rigorosa della Sig.ra Carla che scrive dosi alla Bartezzaghi: strafatto, grazie all'omino dei cantieri!
Acquistare maggior fiducia nei miei mezzi: fatto!
Non mangiare tutti i biscotti: fatto!

martedì 20 marzo 2012

Intermezzo al cioccolato

Le prove generali
Brownies al cioccolato, quasi Nigella


Nell'attesa di decidermi a partire... ho fatto le prove generali con questo attentato al colesterolo e ai fioretti pasquali. Nigella è sbarcata un paio d'anni fa a casa mia per mano della Sorellachevorrei, sempre a Natale,  sotto l'albero... Che il destino desse segnali a me, all'ora, non comprensibili? Comunque, da questo ricettario che fa mi storcere il naso, fanno capolino i Brownies al cioccolato (e noci pecan). Io, intollerante al cioccolato e alla frutta guscio, decido di affrontarli di petto ma la prima volta non da sola. La Fata, in visita del venerdì, decide di sostenermi e di accompagnarmi nell'esperimento. Not bad. E poi, fiera di quel risultato ho provato da sola, saziando molte persone e, spero, rendendone felice qualcuna. Qui, la mia versione, edulcorata, alleggerita (quindici minuti di equazioni per trovare le proporzioni giuste e privata delle noci.
 La premessa è: ci sono quattro ingredienti in croce… sarebbe meglio acquistare prodotti di qualità, almeno per questa dolce pausa.
La ricetta è per 30 quadrotti, se ne vogliamo di più basta moltiplicare le dosi. Es: per 60 quadrotti 400 gr di burro, 400 gr di cacao ecc…
Cosa ci serve? 200 gr di burro, 200 gr di cioccolato extrafondente, 267 gr di zucchero semolato, 119 gr di farina, 3 uova grandi o 4 medie, un pizzico di sale, una tortiera rettangolare  30X24 (quelle della cuki vanno benissimo), carta forno, un bricco per il latte (meglio antiaderente) o una casseruola antiaderente, una frusta manuale, 1 scodella per la farina e il sale, 1 terrina per le uova, lo zucchero e poi tutto il resto, un tagliere, un buon coltello e un cucchiaio di legno.
Organizzatevi il lavoro preparando già tutto l’occorrente e pesando con attenzione gli ingredienti. Il burro va tenuto a temperatura ambiente come tutti gli altri elementi della ricetta. Scaldate il forno a 180°, ventilato. Idem se non ce l’avete.
Dopo esservi armate di santa pazienza a ridurre in scaglie il cioccolato, mettetelo con il burro a pezzetti nel bricco per il latte o nella padella. Fate sciogliere a fuoco lento e ogni tanto mescolate con un cucchiaio di legno: non dimenticatelo nel contenitore, il cioccolato e il burro rischiano di assorbire il sapore del legno! Attenzione a non lasciare il composto sui lati del contenitore: brucia e fa cattivo odore e il composto saprà di bruciato. Una volta sciolto tutto lasciatelo raffreddare. Sbattete le uova intere con lo zucchero. Non serve lavorarlo troppo, l’importante che il tutto sia omogeneo e senza grumi, qualche bella bolla d’aria va più che bene. Quando il cioccolato si è raffreddato unitelo alle uova e allo zucchero, lentamente, con calma, usando sempre la frusta per amalgamare. Non abbiate fretta: è necessario che l’uovo non si coaguli e che non ci siano “frittate”. Infine, aggiungete al tutto la farina e il sale che riposavano nella loro ciotola. Sempre con calma mescolate bene, raccogliete tutto dai lati del contenitore in modo che tutto sia amalgamato e omogeneo. Otterrete così un impasto colloso e appiccicaticcio.  Versate il tutto nella teglia da forno precedentemente rivestita dalla carta forno. Essendo l’impasto simile alla colla da parati farete un po’ di fatica a raccoglierlo bene, con calma però si fa tutto. Una volta nella teglia abbiate la pazienza di spianarlo, renderlo uniforme e soprattutto di pulire la carta da forno dagli schizzi di cioccolato. In forno si rischia un’affumicatura involontaria… Potete, se volete una superficie liscia e pareggiata, prendere con una mano la teglia e con l’altra dare qualche botta al fondo del contenitore in modo che si appiani… un po’ come si fa con il risotto per servirlo a specchio nel piatto.
Controllate la temperatura del forno e se è a 180° “buttateci” la teglia dentro. Primo timer a 21 minuti. Quando suona controllate con uno stuzzicadenti la consistenza al centro. Certamente sarà ancora un po’ umida, mettete altri 3 minuti sul timer e controllate nuovamente. Se al 24° minuto è tutto a posto, togliete la teglia dal forno: se la lasciate ancora lì, il composto continuerà a cuocersi e il risultato suola di scarpa è assicurato!
Sformate la “torta” sul tagliere, lasciatela raffreddare per una decina di minuti e come dei piccoli geometri tragliate tanti quadretti. L’aspetto dovrebbe essere il seguente: una leggera crosticina che si stacca in superficie, una crosta leggera e al centro un impasto morbido (all’apparenza sembrerebbe non cotto) e un fondo della torta leggermente più solido. Se vi sono venuti così… beh, avete cucinato degli ottimi brownies. È importante seguire la cottura, ogni forno è diverso e penso... che siano opera del demonio, perché fanno più disastri i forni che le guerre!!! Anche la pesatura degli ingredienti è importante: a mie spese ho scoperto che la pasticceria è chimica e che se non ci stai attento combini solo un gran disastro.



La mia prima creazione
Anzac, biscotti neozelandesi
Questi allegri biscotti croccanti sono stati il banco di prova, lo spartiacque tra la mia pigrizia e l'avvio di questo percorso dolciarterapeutico. La signora Carla, autrice del tomo ricettifero, ha giurato e scritto: difficoltà 1. Mmmmm. Non è proprio così e vi racconto il perché. Partiamo dagli ingredienti. 125 gr di burro, 150 di corn flakes, 150 di farina, 150 di zucchero semolato, 90 gr di cocco secco a scaglie, 1 cucchiaino di bicarbonato e 3 cucchiai di sciroppo d'acero? Sciroppo d'acero? Ma dove lo trovo? Nella dispensa della Fata che l'ha ricevuto in dono da un messo ultraoceanico? Sullo scaffale cooperativo non c'era... e con il buon senso l'ho sostituito con 100 gr di miele, che ne è pieno il mondo! Un piccolo appunto: ma pesare anche il bicarbonato e lo sciroppo? Se si fanno le cose seriamente, uffa, si mette la grammatura! Ma andiamo avanti.
La ricetta di per sé non è complicata. Preriscaldare il forno a 180°, statico, no ventilato, l'ho capito a mie spese... Si fa sciogliere il burro con il miele, si mescolano le parti secche tutte insieme in una ciotola grande, a parte si fa sciogliere il bicarbonato in due cucchiai (e vabbè) di acqua BOLLENTE, a cui si aggiungono il burro fuso con il miele. Burro, bicarbonato e miele giocano al piccolo chimico e voilà un liquido schiumoso che va aggiunto agli ingredienti secchi. Mescolare bene. Molto BENE. Mettete la carta forno su due teglie e preparatevi, psicologicamente, al seguito. Con le mani lavorate il composto, schiacciate, manipolate, sgranate rosari, finché otterrete delle pallette grandi come delle noci e poi, senza che il tutto si scomponga, schiacciatele leggermente e mettetele sulla teglia. Tutto l'ambaradam dovrebbe garantirvi 30 biscotti. Tra un biscotto e l'altro lasciate un po' di spazio. Se siete sopravvissute alla frustrazione da mancato agglomeramento, potete passare al forno per 15 minuti. Se e dico se, il forno non fa scherzi, dovreste ottenere dei biscotti "interessanti" e buoni per la colazione.
Tanto per andare sul sicuro, dopo 7/8 minuti, annusate l'aria e guardate la doratura delle vostre creature... non si sa mai!
Obiettivi
Partire con l'impresa: fatto!
Attenermi alla ricetta: abbastanza, ma lo sciroppo d'acero... non è colpa mia!
Biscotti commestibili: fatto!
Pazienza mantenuta: non c'è male.
Non mangiare tutti i biscotti: fatto!
Istant song: mio marito che organizza il suo trasloco lavorativo.
Domani distribuirò la mia produzione alle mie vittime designate, la valutazione del gradimento spetta a loro!
Prossimo passo... Yo-Yo alla vaniglia